L’odissea urbana, lunga quarantotto ore, di un migrante senza documenti. Una vicenda
individuale che diventa racconto collettivo. Un film necessario dal ritmo incalzante. Un
lungometraggio capace di raccontare una storia che diviene il simbolo di tante situazioni
che avvengono ai margini delle nostre società. Un ottimo modo per ridare umanità a
quelle persone che la cronaca e la politica tendono a svuotare, riducendo i migranti a
figurine disumanizzate. Un’esperienza visiva ma anche fisica accanto al protagonista e alla
sua bicicletta. Il film perfetto per porsi le giuste domande su come sia possibile voltarsi
dall'altra parte...
“Non siamo i vostri schiavi! Tornatene a casa se non sei contento!”